La decisione della Lega Calcio ha lasciato attonito l’Avellino e i suoi tifosi: l’attesissima gara di Coppa Italia contro la Juventus (dalle parti di Torino gli irpini non si vedono da 25 anni, nel ’95 l’ultima sfida ufficiale al Partenio) è stata anticipata a mercoledì 18 dicembre (ore 21, diretta su Rai Due) su richiesta della società bianconera, un cambiamento di non poco conto per i campani che si aspettavano di giocarsi la proibitiva sfida o il 9 o il 15 gennaio, a campionato di Serie B fermo per la pausa invernale. Ieri l’Avellino ha conquistato un prezioso punto al Picco di La Spezia (0-0 il risultato finale), ma in città non si parlava d’altro: indignazione e rabbia per una delibera che non ha per nessun motivo tenuto conto delle esigenze della società del patron Walter Taccone, oltre che dei suoi appassionati supporters.
Per l’appuntamento con la storia (o con lo Stadium, che dir si voglia) erano già state avanzate decine di richieste di tessera del tifoso per poter seguire la squadra in trasferta, tessere che non saranno pronte a stretto giro di posta, il che vorrebbe dire che molti avellinesi intenzionati a recarsi in Piemonte con molta probabilità (a meno di una deroga) non potranno farlo; non solo, la lunga trasferta infrasettimanale doveva essere organizzata con calma e certosina precisione, la drastica riduzione di tempi rischia di far saltare ogni velleità di recarsi a Torino. Ma oltre ai tifosi, il problema forse ancor più grande riguarda la società stessa per via di un calendario intasato dagli impegni (la gara con la Juve si incastonerebbe tra la trasferta di Trapani e la sfida casalinga col Modena, poi si giocherà anche a Santo Stefano e il 29) e dell’ultimo impegno nell’anno solare dell’Under 21 di Di Biagio.
Il 17 dicembre, ironia della sorte proprio al Partenio, è in programma l’amichevole in famiglia tra l’Italia Under 21 e la B Italia di Piscedda (ore 12.30), una sfida che potrà vedere impegnati anche gli avellinesi Bittante, Izzo e Zappacosta. I vertici del sodalizio irpino non ci stanno e prima ancora di chiedere che i loro tre tesserati non vengano convocati, vogliono farsi sentire in Lega a costo di minacciare di far scendere in campo la Primavera; un vero e proprio peccato dopo l’euforia per il passaggio del turno contro il Frosinone, d’altra parte il patron Taccone è irremovibile nella sua (più che sacrosanta) opinione:
“Il nostro potere non è quello della Juventus, ma esigo rispetto e parità di trattamento. A tal proposito stiamo preparando il ricorso ufficiale per far sì che si giochi il 9 gennaio. Se non dovesse essere preso in considerazione chiederò il posticipo oltre questa data: abbiamo subito questa decisione senza poter fare nulla, siamo davvero arrabbiati”.
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